I Wolfmother hanno un sacco di detrattori. E un sacco di estimatori.
I detrattori sostengono che siano un gruppo sostanzialmente falso, che suona musica copiata all’inverosimile dagli anni ’70, ai quali loro dicono di ispirarsi, senza però presentare nulla di nuovo o di interessante.
I loro sostenitori, invece, adorano il loro puro hard rock senza fronzoli, che prende il meglio da band come Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath e lo ripropone in chiave moderna, aggiungendo elementi presi da band più attuali, come Queens Of The Stone Age e The White Stripes.
I Wolfmother di questo Cosmic Egg, però, non sono i Wolfmother del precedente disco. Infatti il batterista Myles Heskett e il bassista/tastierista Chris Ross non fanno più parte della band, a causa di attriti insanabili con il frontman, Andrew Stockdale.
Dopo un periodo nel quale pensò di sciogliere definitivamente il gruppo, Stockdale decise di continuare con il nome Wolfmother, reclutando tre nuovi musicisti che lo affiancassero nelle registrazioni di un nuovo album, questo Cosmic Egg.
Quindi cosa è rimasto veramente dei Wolfmother del primo elettrizzante album?
Le radici, innanzitutto. Poi l'ispirazione, il sound e il mood, tutta roba in prestito dai seventies.
L'album inizia con California Queen, che ha un possente riff di basso che ricorda i Queens Of The Stone Age. Un bel pezzo, buono per far capire l'attitudine di questi "nuovi" Wolfmother.
Il pezzo successivo, New Moon Rising, è il primo singolo estratto. Un pezzo brutale, con un ritornello da stadio e le chitarre a farla da padrone. Ha quasi la cattiveria di Dimensions. Quasi.
White Feather sembra una canzone dei T.Rex di Marc Bolan. Assolo compreso. Un irresistibile pezzo semi-funkeggiante che risulta essere uno degli episodi meglio riusciti dell'intero album.
Ma con il passare delle canzoni, purtroppo, si ha la sensazione che Andrew Stockdale e soci abbiano sparato tutte le cartucce troppo presto. Dopo un inizio devastante, l'album si siede un pò troppo, con alcuni pezzi che sembrano addirittura riempitivi.
Le eccezioni sono In The Morning, cavalcata Led Zeppeliana, e la title track, che ridà un pò di brio alla scaletta.
Dalla metà in poi l'album scema incredibilmente, forse anche per scelta del gruppo. Il rock "duro e puro" lascia spazio alla psichedelia per buona parte del lato b di Cosmic Egg.
Il secondo lavoro in studio dei Wolfmother è un buon album, ma le premesse erano ben altre. Cosmic Egg ha alcuni spunti interessanti e alcuni momenti davvero elettrizzanti, ma poi si perde nella mancanza di idee e alternative.
Riff esplosivi e schitarrate cosmiche possono andare bene per un pò, poi però bisogna muoversi, andare avanti.
Credo che i Wolfmother possano e debbano farlo.
Tracklist:
1. California Queen
2. New Moon Rising
3. White Feather
4. Sundial
5. In The Morning
6. 10,000 Feet
7. Cosmic Egg
8. Far Away
9. Pilgrim
10. In The Castle
11. Phoenix
12. Violence Of The Sun
Francesco Ruggeri