lunedì 23 novembre 2009

Biffy Clyro - Only Revolutions


Se c’è una band sul trampolino di lancio in questo periodo, sono sicuramente gli scozzesi Biffy Clyro che, dopo il clamoroso successo d’oltremanica del precedente album Puzzle, tornano alla ribalta con un disco largamente atteso.
Il passo falso, si sa, è sempre in agguato per un gruppo che di colpo si è ritrovato sui palchi dei festival più importanti di Inghilterra, e che ha fatto da spalla per gente come Muse e Queens Of The Stone Age.
Il carismatico Simon Neil, leader della band, aveva avvertito i fan. “Sperimenteremo”.
E i Biffy Clyro, già al quinto lavoro in studio, lo hanno fatto, senza timori, creando melodie più complesse e cercando di amplificarle con l’uso (frequente) dell’orchestra.
La presenza dell’orchestra è palese nella traccia di apertura, The Captain, e soprattutto in Know Your Quarry, forse il brano dove i Biffy hanno osato di più. Pianoforte, archi e ottoni. Tutto a contorno di una canzone sinceramente sorprendente.
Ma chi si aspetta un disco troppo morbido può tranquillamente ricredersi già alla seconda traccia. Infatti That Golden Rule esplode in un riff indiavolato, duro e cattivo, e allo stesso modo Booooom, Blast and Ruin si presenta come la classica canzone Biffy Clyro: veloce, diretta e con la voce di Simon Neil a farla da padrone.
L’album mostra una discreta varietà, passando da singoloni radiofonici, come Mountains, a canzoni come Bubbles, che per cinque minuti punge e martella, grazie anche alla presenza di Josh Homme in veste di secondo chitarrista.
Non mancano le ballate: God & Satan suona quasi come Machines, singolo dal precedente Puzzle, e Many Of Horror riprende i Foo Fighters degli ultimi anni, quelli di Times Like These tanto per intenderci.
In questo Only Revolutions c’è tanto rock, e tanta energia. Ci sono delle novità, ma i fan di vecchia data non ne rimarranno delusi.
Insomma, c’è di tutto. E’ un disco completo, che dimostra come una band possa evolversi senza tradire le proprie radici e la propria anima.
Se vi sono piaciuti su disco, la cosa migliore che potete fare è andarli a vedere dal vivo al più presto, perché i Biffy Clyro live sono un'altra cosa.
Garantisco io.
‘Mon the Biffy.

Tracklist:
1. The Captain
2. That Golden Rule
3. Bubbles
4. God & Satan
5. Born On A Horse
6. Mountains
7. Shock Shock
8. Many Of Horror
9. Booooom, Blast and Ruin
10. Cloud Of Stink
11. Know Your Quarry
12. Whorses


Francesco Ruggeri

domenica 22 novembre 2009

Jamie T - Kings & Queens


Che Jamie Alexander Treays fosse un pargolo promettente lo si era capito dal suo album di debutto, Panic Prevention. Gemme come Sheila, Salvador e, ovviamente, If You Got The Money gli fruttarono interviste, plausi e fama a soli ventun’anni.
Un qualsiasi ventunenne, dopo un successo del genere, si sarebbe (giustamente) adagiato sugli allori. Invece Jamie T si è rinchiuso nello studio con la sua band, i The Pacemakers, e ha sfornato un album addirittura migliore del precedente.
L’irresistibile miscuglio di hip-hop, punk, funk, ska e accento tipicamente londinese che caratterizzava il precedente lavoro, ritorna in maniera addirittura maggiore in questo Kings & Queens.
Il primo singolo, Sticks ‘N’ Stones, trasmette uno tsunami di buonumore e di vitalità, ed è una sorta di inno al divertimento eccessivo. Sulla stessa onda viaggiano anche Chaka Demus, che prende il nome da un musicista e DJ Giamaicano, e la successiva Spider’s Web.
L'impressione generale che rimane ascoltando il disco, è che Jamie T sia in grado di produrre ottima musica senza grande sforzo.
Lo aiuta il fatto di non prendersi troppo sul serio, e la capacità di scrivere dei testi nei quali i suoi coetanei possono riconoscersi, rendendolo una sorta di allegro menestrello della Londra di oggi. Emily’s Heart ne è il perfetto esempio: una malinconica ballata acustica che parla di Emily e del suo cuore spezzato. Qui Jamie mette da parte le strofe hip-hop e canta gentilmente la storia di Emily che, sopraffatta dal dolore, decide di sparare al suo ex ragazzo, uccidendolo.
Jamie T racconta l’adolescenza britannica senza vergogna. Così come Sheila in Panic Prevention parlava di ragazzi al limite, la prima traccia di Kings & Queens, 368, parla di alcool e droga.
Ed è proprio in questi brani che emerge l’aspetto cantautorale del ragazzo di Wimbledon. E’ importante non dimenticarsi infatti, che Jamie T scrive testi e musica di tutte le sue canzoni, cosa che amplifica il valore, già elevato, di tutti i suoi lavori.
Castro Dies, che suona quasi come i Beastie Boys dei tempi d’oro, è la canzone che Mike Skinner dei The Streets ha sempre sognato di saper scrivere, ma non ne è mai stato in grado.
I paragoni con lo stesso leader dei The Streets si sono sprecati in questi anni, ma Jamie T è già anni luce davanti.
Nonostante il modo di porsi trasandato, casinista e sbevazzone, Jamie T spicca nella musica britannica degli ultimi anni non solo per originalità, ma soprattutto per qualità.
Se Panic Prevention era un promettente inizio, questo Kings & Queens è un decisissimo passo avanti.
Vivamente consigliato.

Tracklist:
1. 368
2. Hocus Pocus
3. Sticks ‘N’ Stones
4. The Man’s Machine
5. Emily’s Heart
6. Chaka Demus
7. Spider’s Web
8. Castro Dies
9. Earth Wind & Fire
10. British Intelligence
11. Jilly Armeen


Francesco Ruggeri

Massive Attack - Splitting The Atom Ep

C’è sempre un attesa quasi spasmodica per i nuovi album dei Massive Attack. Da loro ci si aspetta sempre un capolavoro, un disco fenomenale, cosa che con il passare del tempo mette una grandissima pressione sulle spalle di Daddy G e 3D.
E proprio per allentare questa pressione, hanno lanciato sul mercato questo Ep di quattro tracce, che ha la funzione di “anteprima” per il quinto album, la cui uscita era prevista in questi mesi.
Evidentemente il lavoro non è concluso, e la data dell’uscita del fantomatico “Weather Underground” (nome provvisorio) è schizzata alla primavera del prossimo anno.
Fra le quattro tracce di questo Splitting the Atom, spicca sicuramente Pray For Rain, che vede la prestigiosa collaborazione vocale di Tunde Adebimpe dei TV On The Radio, la cui voce, calda e “scura”, scivola lentamente su un tappeto di percussioni e su un pianoforte sinistramente malinconico.
La traccia che da il nome all’Ep, Splitting The Atom, vanta la performance di Horace Andy, ma purtroppo non sono i Massive Attack che siamo abituati ad ascoltare. Ne risulta un brano monotono e privo di idee.
Le ultime due canzoni, Bulletproof Love e Psyche, appaiono in versioni remixate, lasciando però intendere come saranno i brani nell’album. Mentre Bulletproof Love è caratterizzata da una “silenziosa” prova vocale di Guy Garvey degli Elbow, reso quasi irriconoscibile dai filtri vocoder applicati alla sua voce, Psyche è cantata da Martina Topley-Bird, che da un po’ di vita ad un Ep che suona cupo, forse addirittura spento.
Nell’album, oltre a quelle presenti su questo Ep, ci saranno altre collaborazioni, tra cui Damon Albarn e Hope Sandoval.
Come anteprima non è molto incoraggiante, sebbene ci siano alcuni spunti interessanti dai quali si intravedono i Massive Attack che tutti si aspettano. L’anno scorso i loro concittadini Portishead hanno dimostrato che il trip-hop non è morto, e che si è solo evoluto.
Speriamo che 3D e Daddy G se ne accorgano in tempo.

Tracklist:
1. Splitting The Atom
2. Pray For Rain
3. Bulletproof Love (Van Rivers & The Subliminal Kid Remix)
4. Psyche (Flash Treatment)


Francesco Ruggeri

sabato 21 novembre 2009

Mumford & Sons



hanno preso il sopravvento sulle mie playlist e non riesco a togliermeli dalla testa.